Amiche e Amici,
riprendiamo il filo cercando di mantenere una linea di comunicazione con quella parte di umanità dimenticata per l’ennesima volta dal mondo.
Innanzitutto, un grande grazie per la vicinanza che ci avete fatto sentire e per le donazioni che ci avete fatto arrivare.
Come dicevamo nella comunicazione precedente (1 aprile), la maggioranza dei volontari che operavano su tutta la Rotta Balcanica, dalla Grecia alla Bosnia, non sono potuti rientrare in Bosnia per le misure sanitarie messe in atto dai vari stati.
La situazione economica che si sta creando in Bosnia – mai ripresasi dalla guerra degli anni ‘90 del secolo scorso e con un gran numero di emigrati a sua volta nel nord Europa – è disastrosa.
Questo peggiora l’atteggiamento rivolto alle migliaia di migranti presenti sul territorio, sempre più pesante e ora aggravato dalla paura del contagio. Sono state applicate le misure di lockdown in tutto il Paese.
I centri esistenti gestiti dallo IOM – come il Miral a Velika Kladuša – non lasciano più uscire per il rischio contagio. Aumenta così lo stato di stress e depressione: sono frequenti le risse tra diversi gruppi etnici presenti all’interno.
Confermiamo l’allestimento della tendopoli a Lipa (vicino a Bihać),dove stanno cercando di concentrare Tutti coloro che vivono fuori dai centri, nelle fabbriche abbandonate o nelle case disabitate.
I volontari locali a Velika Kladuša fanno quello che possono, con poche attività mirate, ostacolate dal coprifuoco, totale per minori e over 65 e notturno per gli altri.
Zehida – una delle volontarie da sempre più attive – è impegnata, insieme a pochi altri a fornire cibo per un’ottantina di persone che vivono in un vecchio edificio.
Hajran, detto il Professore perché è un insegnante di Kladuša, insieme a Zehida prepara il cibo a casa sua e ne gestisce la distribuzione.
Sanella, volontaria della Croce Rossa, a Ključ ospita i ragazzi che partono con l’autobus da Sarajevo diretti a Bihać, perché nel cantone Una-Sana chi non è provvisto di documenti non può viaggiare su mezzi né pubblici né privati.
Pensiamo che, in queste condizioni, i volontari rimasti operativi abbiano ancor più bisogno del nostro appoggio e della nostra solidarietà e anche grazie ai Vostri contributi questa settimana è già partito il primo finanziamento del progetto totalmente locale per l’acquisto di cibo e medicine.
Adesso la necessità che sentiamo è fare! Non lasciarsi bloccare dall’immensità dei fatti che stanno stravolgendo la nostra vita.
In questa fase, vogliamo moltiplicare le occasioni di comunicazione, divulgare le testimonianze delle associazioni con cui siamo in contatto che sono i nostri referenti in loco e compagni di strada in questa esperienza.
No Name Kitchen
Attraverso GoFundMe ha lanciato la campagna CORONA IS NOT MY QUEEN a health campaign by NNK per la raccolta di fondi utilizzati per il sostentamento sanitario dei migranti
Linea d’ombra
I volontari di questa associazione di Trieste dopo lo stop ai viaggi verso la Bosnia, si sono impegnati
nell’assistenza ai profughi che ancora arrivano a Trieste, ma sono stati bloccati per il rischio Covid,
nonostante avessero protezioni individuali e operassero con le dovute precauzioni.
Tra l’altro i volontari sono stati fatti oggetto di un attacco politico da parte di un esponente della Destra locale: esprimiamo la massima solidarietà di OpetBosna! a Lorena Fornasir, Gian Andrea Franchi,
Gianfranco Schiavone e agli altri volontari di Linea d’Ombra e di ICS.
I migranti, ora vengono portati in una struttura gestita con la Caritas.
Ipsia (Bihać)
I volontari di IPSIA – associazione delle ACLI, da anni presente in Bosnia – sono un riferimento fondamentale per i migranti presenti a Bihac e dintorni.
Sentiamo l’esigenza di guardare fuori dai nostri balconi, di vedere tutto il mondo, di vedere anche questi eroi: tutte le persone che si sono messe in viaggio per continuare a vivere, i pochi volontari rimasti ad aiutare in condizioni estreme, chiunque faccia anche un solo gesto per non soccombere all’egoismo che troppo spesso ci circonda.
Grazie per essere con noi! Grazie per aver voglia di condividere e aiutarci a far uscire queste situazioni dall’invisibilità! Grazie per il contributo a far trovare un poco di umanità sul cammino terribile di chi migra sulla Rotta Balcanica
Riportiamo i siti Facebook delle associazioni indicate sopra e un paio di collegamenti per approfondire:
No Name Kitchen Belgrade ( Link Facebook NNK Bosnia )
Linea d’Ombra ( Link Facebook Linea d’Ombra )
Ipsia ( Link Facebook IPSIA )
Video (in spagnolo) che descrive la situazione a Lesbo in Grecia ( Link Situazione Lesbo )
Articolo di The Guardian sull’allestimento della tendopoli di Lipa ( Link The Guardian )
NON LASCIAMOLI SOLI, SE AVETE VOGLIA E POSSIBILITA’ FATE UNA DONAZIONE UTILIZZANDO I SEGUENTI
PAYPAL https://www.paypal.me/OpetBosna Oppure
C.C. intestato a Mirko Rozzi IBAN IT47S0306956840100000015009 (causale OpetBosna!)